piramidi
Le tre piramidi
furono disposte secondo un asse che andava da nord-est a sud-ovest, con il
limite nord occupato dalla Grande Piramide.Il territorio delle piramidi si
chiamava in egizio Occidente, poiché era la regione del tramonto in cui
l'anima trova
riposo, ma anche. «il sotto del dio», cioè la terra sacra della
necropoli posta sotto la protezione divina, e infine «vicino all'alto»,
poiché Giza era il luogo che permetteva allo spirito dei faraoni di accedere
agli spazi celesti.
Per quanto riguarda l’orientamento delle piramidi ci troviamo davanti ad
un’altra inquietante coincidenza o a una perizia dei costruttori che anche
oggi è difficile imitare. Le quattro facce della Grande piramide guardano
esattamente verso il nord, il
sud, l’est e l’ovest del mondo. Secondo recenti calcoli la differenza con il
polo nord magnetico è di appena tre minuti di grado, uno scarto davvero
insignificante (0,015 %). Come è stato possibile ottenere tanta precisione
quando il più riuscito tentativo moderno di orientare un edificio
(l’Osservatorio astronomico di Parigi) registra una distanza dal nord
magnetico di ben sei minuti?
Uno dei grandi misteri dell'antico Egitto è il modo in cui le piramidi
furono costruite. A lungo si fece riferimento al racconto tendenziosa del
greco Erodoto, a cui piaceva diffondere chiacchiere e che si divertì a
macchiare la memoria dei faraoni dell'antico Egitto, facendo di Cheope e di
Chefren dei tiranni esecrabili. È sempre a Erodoto che si deve la sciocca
favola
secondo cui centinaia di migliaia di schiavi, soffrendo al sole, sotto i
colpi di fruste, ridotti a bestie da soma, pagavano con la salute o con la
vita il trasporto di enormi blocchi di pietra. Questa stupida immagine è
stata purtroppo diffuse da un gran numero di manuali scolastici e persino di
opere dalle pretese scientifiche. La schiavitù esisteva in Grecia, ma non in
Egitto.
Il faraone non lavorava contro il suo popolo. Architetti, costruttori
artigiani costituivano la «classe sociale» più rispettata e potente d'Egitto
nell'Antico Regno. Nei grandi cantieri dei faraone, come in quelli del
nostro Medioevo, non c'era che un piccolo numero di specialisti aiutati da
un gran numeri di lavoratori, pagati e considerati secondo il loro ruolo. La
vita del popolino egizio ci è perfettamente illustrata dalle scene e dalle
iscrizioni delle tombe dell'Antico Regno. Mal grado la pesantezza dei lavori
degli artigiani e dei contadini non c'era traccia di tirannia o di
oppressione da parte dei nobili o del faraone.
Le piramidi di Giza non sono l'opera di oppressi o di schiavi, ma di una
élite di architetti, di una civiltà all'apice
del proprio genio, capace di una straordinaria organizzazione del lavoro,
dall'estrazione delle pietre sino al loro sollevamento, passando per il
trasporto. Durante i mesi di inondazione, buona parte della popolazione
stava in riposo. Allora, si reclutava molta manodopera per lavorare nei
cantieri delle piramidi. Senza ruota e senza carrucole, sembra anche se
queste tecniche erano
conosciute, con trapani dalla punta di selce, mazze di diorite, accette,
asce e scalpelli di rame, le squadre di artigiani, considerati come fari
della loro società e remunerati di conseguenza, costruirono monumenti
immensi di cui, tuttavia, nessun testo geroglifico sottolinea il carattere
eccezionale.
Per l'Antico Regno, la costruzione di una piramide era un atto normale,
rituale, di cui non ci si doveva vantare. Geometri e agrimensori dovettero
risolvere problemi di grande difficoltà per tracciare basi quadrate di più
di duecento metri, ottenere la perfetta orizzontalità degli strati di pietra
a tutti i livelli, calcolare orientamenti precisissimi, risolvere il
rompicapo della coesione delle masse perché le camere interne non fossero
schiacciate, sistemare rivestimenti di pietra in cui blocchi di più di
due tonnellate sono così ben posti che non si può quasi mai inserire uno
spillo nella saldatura.Sono solo alcune delle tante prodezze tecniche. Per
capire davvero il significato di una piramide, non bisogna considerarla come
un monumento isolato, anche se oggi i tre giganti di Giza sono privati di
quello che un tempo li circondava. Ai confini del deserto, al bordo della
valle, c'era un tempio basso, o tempio d'accoglienza, in cui si compivano i
riti di purificazione. Di qui partiva una galleria, con le mura adorne di
rilievi, che portava a un tempio alto, davanti al lato est della piramide.
Questo complesso simbolico era completato da una piccola piramide, di norma
a sud di quella più grande: era il luogo di pace per l'anima del re o per la
regina sua compagna, in quanto principio spirituale femminile. Intorno a
questo complesso architettonico, già in sé gigantesco, erano costruite le
tombe dei nobili, le mastabe, che formavano vere «strade di tombe». Così, la
corte reale era ricostituita per il viaggio in questo mondo e nell'altro, in
modo che la vita continuasse a fare il suo corso: in questo modo il corpo
del faraone resuscitato avvolgeva l'universo come un cerchio. La
disposizione delle piramidi nella piana di Giza, conferma la raffigurazione
in terra della costellazione di Orione dove gli egizi pensavano vivesse
Osiride.